Consapevole deriva
Alessandra Santin
La dimensione liquida della cultura contemporanea riabilita il concetto di deriva. Quando si è immersi nella foschia stagnante che impedisce di vedere tanto gli ostacoli quanto gli approdi, l’immobilità non è la soluzione. E’ lasciarsi andare alla deriva (scarrocciare direbbe il marinaio) a offrire aperture possibili, chiavi che interpretano l’enigma del presente-estraneo, e del futuro ignoto.
Così procede la ricerca di Raffaele Santillo che alleggerisce il gesto, il segno, il colore per andare verso un mondo altro, dove il Tempo cessa di essere urgente, la soglia di rappresentare il limite, e il silenzio non basta a celare le pressanti richieste della realtà quotidiana.
La rappresentazione del mondo riprende la parola, pur con un sussurro a bassa voce, dentro il mistero delle ultime opere esposte.
Un catalogo di prodotti in vendita (abiti, persone, luoghi e cose) rappresenta l’inizio di un percorso lento, in cui consapevolmente lasciarsi e lasciar andare, fino al raggiungimento di un’ombra, di un alone poetico vitale che parla del cominciamento, che accenna a nuove labili relazioni, che ri-forma senza conformarsi.
Le opere, proposte spesse volte in dittico, suggeriscono una narrazione, raccontano senza descrivere e dimenticandosi di nominare. Ed è subito epifania, poesia intorno alla consapevole deriva.
Anche la serie degli interni domestici allude alla lettura introspettiva, posteriore. Le cose qui riconducono al presente soggettivo, carico di memoria: la poltrona di casa, le foto di famiglia, la luce calda in cui è più facile leggere.
Testo realizzato in occasione della mostra 'Consapevole deriva', a cura di Alessandra Santin, dal 30/05/2015 al 20/06/2015 presso Libreria Lovat a Villorba (Tv).